Così ridevano

Regia Gianni Amelio, sceneggiatura Gianni Amelio, Daniele Gaglianone, Lillo Iacolino e Alberto Taraglio, musica originale Franco Piersanti, fotografia Luca Bigazzi, montaggio Simona Paggi, scelta attori Lorella Chiapatti e Nicola Conticello, scenografia Giancarlo Basili, interni Nello Giorgetti, costumi Gianna Gissi, con Francesco Giuffrida,   Enrico Lo Verso, Rosaria Danzè, Fabrizio Gifuni, Claudio Contartese,   Domenico Ragusa, Simonetta Benozzo, Pietro Paglietti,  Corrado Borsa, Barbara Braga, Calogero Caruana, Edoardo Ciciriello, Valerio Contartese, Iolanda Donnini, Erika Doria,  Pierfranco Ghisleni, Massimo Greco, Giovanni Leoni, Renato Liprandi, Antonio Madaro, Patrizia Marino, Roberto Marzo, Luigi Mauro, Francesca Monchiero, Domenico Mungo, Davide Negro, Fabrizio Nicastro, Giorgio Pittau, Antonino Prestipino, Salvatore Refano, Vittorio Rondella, Rosanna Rovere, Giuseppe Sangari, Giorgia Scuderi, Paolo Sena, Giuliano Spadaro, Ileana Spalla, Nanni Tormen, Irene Vistarini, Pasqualino Vona, Giuseppe Zarbano, produttori Rita Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori, produttore esecutivo Mario Cotone, nazionalità Italia, 1998, 35mm Cinemascope, 124 minuti.

URL: http://us.imdb.com/Credits?0139951

Sette anni, dal 1958 al 1964, sei giorni e altrettanti episodi per raccontare il doloroso, tragico inserimento di due fratelli siciliani nella ricca Torino. E' un ritratto sofferto e antiretorico dell'Italia del "miracolo economico", del paese delle discriminazioni razziali, della fine dei valori, della cultura concepita come mezzo d'elevazione economica e dell'emigrazione, della criminalità omertosa. Gianni Amelio ha vinto, con questo film, il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia del 1988. Forse non è la sua opera migliore, ma è anche quella in cui il dolore per lo sradicamento culturale e l'assenza di senso sociale emergono con più forza. Lo dimostra la straordinaria sequenza del corteo con le bandiere rosse, che il protagonista attraversa con fastidio. Un film imperfetto, con qualche lungaggine e alcuni singhiozzi stilistici, ma che bisogna vedere.

 

 

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