Identità (Identity)

Regia: James Mangold; sceneggiatura: Michael Cooney; interpreti: John Cusack, Ray Liotta, Amanda Peet, John Hawkes, Alfred Molina, Clea DuVall, John C. McGinley, William Lee Scott, Jake Busey, Taylor Vince, Rebecca De Mornay, Carmen Argenziano; produttori: Stuart M. Besser, Dixie J. Capp, Cathy Konrad; musica originale: Alan Silvestri; fotografia: Phedon Papamichael; montaggio: David Brenner; ricerca attori: Lisa Beach, Sarah Katzman; scenografo: Mark Friedberg; arredatore: Cindy Carr; costumi:  Arianne Phillips; società produttrici: Columbia Pictures Corporation, Konrad Pictures; nazionalità: USA; anno di produzione 2003; durata: 90.

URL: http://us.imdb.com/Title?0309698
URL: http://www.sonypictures.com/movies/identity/
TRAILER

Identità racconta due storie che, sino a pochi minuti dalla fine, sembrano appartenere a film diversi mal messi assieme. Nella prima un giudice texano sta presiedendo, con fastidio, un’udienza a cui è chiamato da una decisione della Corte Suprema che ha decretato un supplemento d’indagine sulla condanna a morte di un pluriomicida; sentenza capitale che dovrà essere eseguita fra poche ore. Nella seconda storia assistiamo alla disperazione di un gruppo di persone che, casualmente, si trovano ad abitare nello stesso motel, durante un tremendo uragano. Uno ad uno e senza apparente motivo, gli ospiti sono uccisi e non si riesce ad identificare il colpevole. Lo scioglimento, un po’ cervellotico, ma efficace, svela che la vicenda del piccolo albergo altro non è se non la rappresentazione delle personalità multiple dell’assassino, che è salvato dall’esecuzione per essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Sennonché…… James Mangold firma un bel thriller in cui le molte artificiosità della trama si fanno perdonare da un andamento compatto e da una regia tesa. C’è molta voglia di sorprendere lo spettatore, ma una volta tanto sono storia e interpreti a farla da padroni e non il solito ammasso d’effetti speciali. Si resta inchiodati alla sedia e poco male se, una volta usciti dalla sala, si scoprono le molte incongruenze del film. L’emozione e la fantasia hanno fatto premio sulla logica e non è detto che, quantomeno al cinema, ciò sia un male.

 
 
 

 

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