Il sole (Solntse)

Regia: Aleksandr Sokurov; sceneggiatura: Yuri Arabov; interpreti: Issei Ogata, Robert Dawson, Kaori Momoi, Shinmei Tsuji;  produttori: Igor Kalenov, Marco Muller, Andrei Sigle; musica: Andrei Sigle; fotografia: Aleksandr Sokurov; montaggio: Sergei Ivanov; scenografo: Yelena Zhukova; Società di produzione: Downtown Pictures, Lenfilm Studio, MACT Productions, Nikola Film, Proline Film, Riforma Films; nazionalità:Russia / Francia 7 Italia; anno di produzione: 2005; durata: 115 min.
URL: http://www.imdb.com/title/tt0439817/
URL: http://www.luce.it/istitutoluce/FILM/ilsole.html

Il sole (Solntse, 2005) è il trentaduesimo film d’Alexander Sokurov, uno dei maggiori autori cinematografici viventi. Lo spettatore italiano ha potuto vedere solo cinque opere di questo regista russo: Madre a figlio (Mat' i Syn, 1997), Moloch (1999), Taurus (2001), L’arca russa (Russkij Kovcheg, 2002), Padre e figlio (Otets Y Syn, 2003). Arriva ora sugli schermi l'ultima parte della trilogia che dedicato a grandi dittatori - Moloch (Hitler), Taurus (Lenin) – visti nell’intimità della loro vita quotidiana. L’obiettivo è puntato sull’imperatore giapponese Hirohito, a cui va ascritta la responsabilità dell’inizio, nel Pacifico, della seconda guerra mondiale, esplosa dopo l’attacco nipponico alla flotta americana a Pearl Harbour (7 dicembre 1941). Il regista coglie il divino personaggio (secondo la cultura giapponese, l’imperatore era il discendente del dio Sole), nei giorni della sconfitta, quando Tokyo è ridotta ad un cumulo di macerie, gli americani hanno invaso la città e il Generale Douglas McArthur la governa. I rituali ovattati e fuori del tempo, l’aria vagamente ebete del sovrano, la devozione insensata dei sudditi sono rappresentati in una serie d’interni straordinariamente fotografati, dallo stesso Alexander Sokurov, con una patina grigiastra che, come nelle altre sue opere, funziona sia come allontanamento dell’immagine nel tempo – ricorda i vecchi dagherrotipi – e immersione della storia in un’atmosfera putrescente, degno indice d’epoche di crisi e caduta. Il film ha un fascino straordinario e illustra la piccolezza di una figura miserabile, sulle cui spalle pesano milioni di morti. E' una lezione di storia priva di retorica, che ci consente di intravedere il lato umano del protagonista, ma solo per misurarne con maggior precisione la responsabilità morale. Un’ultima nota, in Giappone il film ha incontrato difficoltà ad uscire per le minacce piovute su distributore, esercenti e sull'attore principale, un comico molto noto, da parte dei gruppi dell’ultradestra nazionalista.

 
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