Indagini sporche (Dark Blue)

Regia: Ron Shelton Writing; soggetto: James Ellroy; sceneggiatura: David Ayer; interpreti: Kurt Russell, Jim Cody Williams, Marc Miller, Scott Speedman, Keough Ving Rhames, Brendan Gleeson, Michael Michele, Lolita Davidovich, Michael Bentt, Mimi Fletcher; produttori: David Blocker, Moritz Borman, Caldecot Chubb, Sean Daniel, Guy East, James Jacks, Nigel Sinclair; musica originale: Terence Blanchard; fotografia: Barry Peterson; montaggio: Paul Seydor; ricerca attori: Francine Maisler, Tana Roller; scenografo: J. Dennis Washington; direzione artistica: Thomas T. Taylor; arredatore: John Leimanis; costumi: Kathryn Morrison; trucco: Dennis Liddiard; società produttrici: Alphaville Films, Cosmic Pictures, InterMedia Film Equities Ltd.; nazionalità: USA; anno di prodzione: 2002; durata: 120 min.
 
URL: http://us.imdb.com/Details?0279331
TRAILER

James Ellroy è uno scrittore di polizieschi la cui opera incontra grande ammirazione e forti perplessità, che arrivano sino alla ripulsa. I suoi romanzi, ambientati prevalentemente a Los Angeles negli anni sessanta o nei primi novanta, si segnalano per due caratteristiche: la brutalità delle cose raccontate e la frammentazione delle storie. Sul primo versante emerge uno sguardo più che pessimistico, quasi cinico, che vede il mondo come un ammasso d’assassini, corrotti, violenti. Il secondo aspetto mette in campo su una scrittura basata su frasi bervi, storie parallele, utilizzo di pseudo documenti burocratici in funzione narrativa. Alcuni dicono che il feroce assassinio di sua madre nel 1958, delitto mai risolto e a cui ha dedicato un libro - inchiesta, lo ha segnato in modo indelebile. Con maggiore verosimiglianza il suo raccontare è frutto del sentimento disperato e cinico di chi, guardandosi attorno, scorge una società atomizzata e priva di qualsiasi prospettiva che non sia la guerra di tutti contro tutti. I suoi romanzi prendono spesso spunto da fatti di cronaca, siano l’uccisione d’Elizabeth Short nel 1947 (Dalia Nera) o l’omicidio del presidente Kennedy (Sei pezzi da mille). Anche Indagini sporche inizia con le immagini di un famoso fatto di cronaca: il pestaggio, nell’aprile 1992, di un autista di colore, Rodney King, da parte di un gruppo di poliziotti losangelini. Quel massacro fu filmato da un cineamatore, trasmesso dalle maggiori reti televisive e portò all’incriminazione di una dozzina di poliziotti. La successiva assoluzione degli imputati innescò una delle peggiori rivolte razziali che la città californiana abbia conosciuto. Questo lo sfrondo in cui il regista Ron Shelton ha immerso la storia di due poliziotti, uno anziano e cinico, l’atro giovane e non ancora del tutto abbruttito, che cadono nelle grinfie di un capitano delinquente e omicida. E' tutto secondo la tradizione del romanziere, tranne un improbabile quasi lieto fine. Il regista tenta di recuperare, con risultati non esaltanti, la struttura del racconto. Lo fa procedendo per storie parallele e con squarci di dura vita metropolitana, ma paga pegno ad un cast – Kurt Russell in testa – inferire alla complessità di storia e personaggi. Un’occasione ricca di possibilità colte solo in parte.

 
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