Mi piace lavorare - Mobbing

Regia: Francesca Comencini; sceneggiatura: Francesca Comencini; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Massimo Fiocchi; scenografia: Paola Comencini; costumi: Antonella Bernardi; interpreti: Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini; produttore: Donatella Botti; produzione: Bianca Film, Rai Cinema; nazionalità: Italia; anno d’edizione: 2004; durata: 89'.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0373930/
URL: http://www.bimfilm.com/mipiacelavorare/index.ht

Un’azienda che voglia liberarsi di un dipendente protetto da una qualche legge può essere indotta a ricorrere al mobbing. E’ un termine inglese che significa, in senso letterario, ammassarsi e che è qui usato come fare pressione, costringere a. E’ quanto capita ad Anna, impiegata modello dell’ufficio contabilità, sgradita alla direzione della multinazionale che ha comprato l’azienda in cui lei lavora. Dapprima sottilmente, poi in modo sempre più esplicito le fanno il vuoto attorno, la costringono a lavori dequalificati, la minacciano apertamente. Lei resiste e, alla fine sconfigge – quantomeno economicamente – i padroni. Il film è tratto da un fatto realmente accaduto, uno dei tanti che arrivano sulle scrivanie delle organizzazioni sindacali. Il film che Francesca Comencini ha costruito su questa storia è piano, lineare, politicamente schierato, a tratti commuovente. Poco importa che ricalchi altri modelli di cinema progressista o che comprometta, con un finale sbrigativamente positivo, un discorso sino a quel punto equilibrato, lucido e sofferto. E’ una di quelle opere che si devono fare qui ed ora e che rappresentano l’adempimento di un dovere morale prima ancora che un’urgenza espressiva. Rincuora scoprire che il cinema italiano è ancora capace di parlare di problemi veri, di scandagliare il mondo del lavoro. Dopo tante Barzellette e Vacanze in Egitto o in India non tutto è perduto.

 
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