Romanzo criminale

Regia: Michele Placido; soggetto dal romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo; sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Giancarlo De Cataldo, Michele Placido; interpreti: Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Anna Mouglais; montaggio: Esmeralda Calabria; musiche: Paolo Buonvino; scenografia: Paola Comencini; fotografia: Luca Bigazzi; nazionalità: Italia; società di produzione: Cattleya, Crime Novel Films, Babe, Warner Bros. Pictures; anno di produzione: 2005;  durata:  150 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0418110/
URL: http://www.romanzocriminale.it/
TRAILER

Fra la fine degli anni settanta e buona parte degli ottanta, Roma fu terra di conquista e scontro per una banda malavitosa formata da giovani borgatari che, con spietatezza e senso tattico, riuscirono a scalzare, spesso uccidendoli, i vecchi capi della malavita e a creare una sorta di piccolo impero del crimine che spaziava dal traffico di droga alla prostituzione, dall'estorsione, alle rapine. I giornali la battezzarono La banda della Magliana e ne fecero quasi un mito. Vero è che questi tagliagole ebbero anche un ruolo in vicende drammatiche come il rapimento e l'assassinio d’Aldo Moro (1978), furono oggetto di protezione da parte dei servizi segreti e di corteggiamento da parte d’alcuni golpisti neri. Questa materia è stata oggetto di un bel libro di Giancarlo De Cataldo, un magistrato - letterato dalla penna agile e raffinata, che l'ha travasata in un corposo romanzo. Da questo nasce Romanzo criminale che Michele Placido ha diretto con perizia e forte senso del ritmo. Raramente è capitato di assistere ad un film tanto americano nel ritmo, la velocità narrativa, la precisione. Lo spettatore esce dalle due ore e mezzo di proiezione quasi senza essersi accorto dello scorrere del tempo. L'attore - regista, che rinuncia al ruolo d'interprete salvo in veloce cammeo, sembra aver recuperato un occhio cinematografico che si pensava perduto con le ultime prove (Ovunque sei, 2004 e Un viaggio chiamato amore, 2002) con pericolose derive letterarie o fantastiche, corde che non sono nella sua sensibilità.

 
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