Tickets

Regia: Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loach; sceneggiatura: Abbas Kiarostami, Paul Laverty, Ermanno Olmi; interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Blerta Cahani, Martin Compston, Sanije Dedja, Carlo Delle Piane, Silvana De Santis; Aishe Gjuriqi, Gary Maitland, Klajdi Qorraj, William Ruane, Filippo Trojano; produttori: Carlo Cresto-Dina, Babak Karimi, Rebecca O'Brien, Domenico Procacci; fotografia: Mahmoud Kalari, Chris Menges, Fabio Olmi; direzione artistica: Alessandro Vannucci; costumi: Maurizio Basile; società produttrici: Fandango, Medusa Produzione, Sixteen Films Ltd.,; nazionalità: Italia / Gran Bretagna / Iran; anno di produzione: 2005; durata: 100 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0418239/

Un treno parte dalla Germania per arrivare a Roma. Tre registi - Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loach – dirigono tre storie colte lungo il percorso, ciascuno con il proprio stile e la conferma dei temi che gli stanno particolarmente a cuore. Tickets ha l’ambizione di essere un film unico, nonostante le sei mani che l’hanno costruito e ci riesce solo in parte. S’inizia con Ermanno Olmi che ci racconta gli ultimi bagliori sentimentali e timidamente erotici di Carlo Delle Piane, affermato farmacologo chiamato da un’azienda tedesca per un’importante consulenza, che sogna una casta relazione con la segretaria incaricata di seguirlo. È poi la volta d’Abbas Kiarostami, che firma l’episodio largamente migliore dell’intera opera. Al centro dell’episodio c'è la tirannica vedova di un generale che angaria l’obiettore di coscienza che le è stato assegnato. Chiude Ken Loach, con un terzetto di scozzesi, tifosi del Celtic, scesi a Roma per un’importante partita. Il gruppo incontra una famiglia albanese che deve ricongiungersi con il padre e marito immigrato da anni nel nostro paese e non più rivisto. Il furto di uno dei biglietti dei tifosi scatena una piccola guerra destinata a trasformarsi in solidarietà fra diseredati in beffa di controllori e poliziotti. Il film è lieve e gustoso, ma niente più, quasi un’intelligente vacanza di tre grandi cineasti contemporanei ciascuno dei quali ci ha abituati ad opere di spessore ben maggiore.

 
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