Una storia americana (Capturing the Friedmans)

Regia: Andrew Jarecki; interpreti: Arnold Friedman, Elaine Friedman, David Friedman, Seth Friedman, Jesse Friedman, Howard Friedman, John McDermott, Frances Galasso, Joseph Onorato, Judd Maltin, Abbey Boklan, Ron Georgalis, Scott Banks, Debbie Nathan, Jerry Bernstein, Peter Panaro, Lloyd Doppman, Jack Fallin; produttori: Andrew Jarecki, Peter Bove, Richard Hankin, Andrew Jarecki, Jaye Nydick, Jennifer Rogen, Marc Smerling; musica: Andrea Morricone; fotografia: Adolfo Doring; montaggio: Richard Hankin; direttore artistico: Nava Lubelski; società di produzione: HBO Documentary, Notorious Pictures; anno di edizione: 2004; nazionalità: USA; durata: 107 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0342172/
URL: http://www.capturingthefriedmans.com/main.html

Negli Stati Uniti ha destato grande scandalo, alla fine degli anni ottanta, l’arresto di padre e figlio accusati di aver molestato e sodomizzato, alcuni ragazzini del vicinato che andavano nella loro casa, nei dintorni di New York, per seguire corsi di computer. I due imputati si dichiararono entrambi colpevoli e furono condannati, il genitore a trenta, il ragazzo a 18 anni di prigione. Il più anziano è morto in galera, il giovane è stato rilasciato dopo aver scontato 13 anni. Andrew Jarecki ha tratto da questa vicenda uno straordinario documentario, Una storia americana, basato prevalentemente sui filmini e i nastri registrati negli anni da alcuni membri della famiglia, appassionati cineamatori. N’emerge una verità o, se si preferisce, un’ipotesi di verità, ben lontane da quelle ufficiali. I due condannati accettano di dichiararsi colpevoli nella speranza di sfuggire ad una sorte ancor più dura già decisa da un apparato - opinione pubblica, polizia e giudici - convinto della loro colpevolezza ancor prima dell’inizio delle udienze. Sono due poveracci: il padre ha veramente tendenze pedofile che non sembrano essersi mai concretizzate in atti specifici, il giovane soffre una sessualità complessa che non disdegna i rapporti irregolari. Sono due piccoli esseri umani stritolati da un meccanismo contro di cui nulla possono fare. E’ anche il quadro di una disgregazione familiare – due figli contro la madre – e il quadro della precarietà in cui vive questa piccola borghesia americana, immersa in una società preda dei pregiudizi, la famiglia in questione è ebrea, e delle facili condanne moralistiche. Un film complesso, oltre l’apparente semplicità della “storia” e un bel ritratto della classe media americana. 

 
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