Alluce Billuce Trilluce

Regia: Claudio Nocera; scene: Emanuele Conte; direzione musicale: Fabrizio Pippo Lamberti; consulenza artistica: Alessandra Torre; interpreti: i Cavalli Marci.

Non sono molti a ricordare che alluce, biluce, trilluce, pontilo e millino sono i nomi delle dita dei piedi. Eppure, come ci richiamano alla memoria i Cavalli Marci, questa nostra bistrattata parte anatomica è quella che ci consente di agire ed esistere come umani. Lo spettacolo segue il percorso caro a questo gruppo: uso di canzoni famose ironicamente manipolate e monologhi. Il tutto per creare effetti e personaggi in bilico fra il comico e il surreale. Un lavoro che si collega ad uno fra i filoni più nobili del fare teatro e cui quest'insieme si dedica con intelligenza, fantasia e passione. La sera della prima è comparso, improvvisamente, sul palcoscenico Gino Paoli che ha cantano una canzone e accolto con ironia le manipolazioni che subivano altri suoi testi. Ci hanno assicurato che la cosa si ripeterà, sempre senza annunci clamorosi. In fondo anche questo muoversi senza clamori e con gusto della sorpresa è un tratto distintivo dei Cavalli Marci. Un'ultima nota: quanti ricordano che quest'etichetta richiama un antico gioco cui i bambini si dedicavano quando era ancora possibile giocare nelle strade?

 
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