Il borghese gentiluomo

Testo Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière (1622 - 1673); traduzione: Cesare Garboli; regia di Giampiero Solari; interpreti: Giorgio Panariello,, Tosca d’Aquino, Claudia Ceccarini,, Anna Meacci, Pietro Micci, Andrea Bartola, Andrea Buscemi,, Eleonora Vanni,, Luigi Moretti, Christian Amadori, Andrea Caimmi, Carlo Pistarino, Gabriele Bonafoni, Claudio Latini, Ximena Jaime (violino), Verdiana Battaglia (oboe), Francesca Falcetti (clavicembalo), Ines Hrelja (violoncello); scene Sergio Tramonti; costumi: Stefania Barilli Benelli; musiche originali: Mario Mariani; luci: Marcello Jazzetti; movimenti coreografici: Barbara Schroer.

URL: http://www.apriteilsipario.it/archivio/panoramica02-03/schede/sch345.htm

Questo matrimonio fra Giorgio Panariello e Molière ricorda, in peggio, quello celebrato 1994 fra il grande autore seicentesco e Paolo Villaggio, solo che in quel caso c’era la regia di Giorgio Strehler a moderare mossette e caccole varie del comico, in modo da non usare il testo quale puro pretesto per l’ennesima esibizione dell’attore. Inoltre in quel caso il copione scelto, L’avaro, aveva una ben maggiore attinenza con i personaggi resi famosi dall’attore, mentre questo Borghese gentiluomo è semplicemente usato dal comico e dal regista, Giampiero Solari, per costruite un indigeribile baraccone in cui gli innesti insensati – balletti, battute vernacolari, canzoncine varie – vanno a braccetto con i tagli, soprattutto nel finale, ugualmente immotivati. In questo modo la storia del signor Jourdain, ricco commerciante di tessuti ossessionato dal divenire nobile, non ha nessun senso filologico, né offre spunto per una lettura originale del testo. Resta un puro pretesto per una sorta di commedia passabilmente insipida e, a tratti molto noiosa.

 
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