Il Grigio

Testo: Giorgio Gaber, Sandro Luporini; regia: Serena Sinigaglia; interpreti: Fausto Russo Alesi, Carlo Cialdo Capelli (pianoforte), Corrado Dado Sezzi (percussioni); scene: Giorgio Gaber, Daniele Spisa; luci: Claudio De Pace; musiche: Carlo Cialdo Capelli.
 
URL: http://www.teatrostabiletorino.it/catalog_view.php?lang=ita&ID=59

Giorgio Gaber (1939 – 2003) scrisse, con Sandro Luporini, e interpretò Il Grigio nel 1988. Era un ritorno alla preminenza della parola dopo le lunghe e fortunate stagioni, del teatro – canzone. Per molti anni si ritenne che anche questo spettacolo fosse, nella sostanza, impossibile a riproporsi, senza la presenza dell’autore – attore. Serena Sinigaglia, regista, e Fasto Russo Alesi, attore, hanno accettato una sfida che sembrava impossibile, proponendo questo lungo monologo in una chiave sostanzialmente diversa dall’originale. Nella prima versione la lunga lotta, sostanzialmente persa, fra uno scrittore e il topo che gli si è infilato in casa, era il segno di una sconfitta legata al crescere della volgarità, al dilagare dell’indifferenza, al diffondersi dell’ipocrisia. In una parola è il frutto di una posizione moralmente anarchica e disillusa. Nel nuovo spettacolo lo scontro assume toni decisamente più drammatici ed esistenziali, rimanda a La metamorfosi (1915) di Franz Kafka (1883 – 1924) e a Lo straniero (1942) d’Albert Camus (1913 – 1960). La recitazione spinge sui toni alti costruendo un’ossessione che non è socialmente connotata, ma profondamente connaturata alla natura umana. È una proposta forte, per certi versi spiazzante, anche se con qualche accento troppo marcato. Vi circola un’aria che sembrava superara dallo scorrere degli anni, ma che, forse, sta riemergendo con connotati forti e devastanti.

 
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