Kvetch

Testo: Steven Berkoff; scene, luci regia: Cristiano Falaschi; interpreti: Andrea Lupo, Paola Baldini, Emanuele Maria Basso, Giulio Francesco Janni, Alessandra Frabetti.

Steven Berkoff è un personaggio importante nel panorama dello spettacolo anglosassone. Ha interpretato una cinquantina fra lungometraggi e prodotti televisivi e da diretto un film. Una filmografia variegata in cui compaiono titoli commerciali come “Rambo 2” (1985) di George P. Cosmatos, “007 Octopussy – Operazione Piovra” (1983) di John Glen e opere d’autore come “Barry Lyndon” (1975) e “Arancia meccanica” (1971) di Stanley Kubrick o “Professione reporter” (1975) di Michelangelo Antonioni. Nel 1986 ha scritto, per il teatro “Kvetch” al cui centro c’è una giovane coppia, la suocera, un amico di famiglia, l’amante della moglie. Questi personaggi s’incontrano e scontrano in una serie di pranzi, riunioni d’affari, soste al bar. Nulla di molto originale sennonché ciascuno di loro dice alcune cose in funzione di ciò che avviene sulla scena e, poi, si rivolge al pubblico, mente gli altri attori s’immobilizzano come congelati, ed esprime ciò che il personaggio pensa veramente. Una trovata tipica del teatro di parola, proposta che Cristiano Falaschi mette a frutto con una regia scattante e una traduzione – adattamento misurata al millimetro per il pubblico italiano. Ne nasce uno spettacolo intelligente e divertente, amaro e comico. Una palestra ideale per un complesso d’attori affiatati e bravi. Davvero una bella chiusura di stagione per il cartellone della Tosse, ove lo spettacolo sarà in scena sino sabato prossimo.

 
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