L’uomo di Arimatea

Testo: Mario Bagnara; regia Lorenzo Costa; musiche originali: Roberto Leoncino; scenografia: Tiziano Baradel; costumi: Neva Viale; interpreti: Kitia Benedetti, Livia Carmignani, Andrea Carretti, Fabrizio Giacomazzi, Luigi Marangoni, Mario Mesiano, Giuseppe Ronco.

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Giuseppe d’Arimatea è uno dei personaggi della passione di Cristo. Era suo il sepolcro in cui fu deposto il corpo di Gesù, dopo la morte sulla croce e prima della resurrezione. Mario Bagnara ho dedicato a questa figura L’uomo di Arimatea, un bel testo che Lorenzo Costa ha portato sulle scene. La lettura di Mario Bagnara è molto politica, nel senso che immagina il dibattito attorno alla condanna e alla sepoltura del Redentore come scontro fra le varie parti della società dell’epoca: gli zelati indipendentisti, gli occupanti romani, la casta sacerdotale ebraica. La sorte del prigioniero si gioca fra queste forze, ciascuna delle quali si schiera per la condanna o l’assoluzione in funzione dei propri interessi. La regia affronta questa densa materia con linearità, avvalendosi di una scenografia, ridotta rispetto a quella utilizzata lo scorso anno, particolarmente funzionale. Il gioco delle parti ha un taglio molto moderno, tanto che, più che ad una rappresentazione religiosa, sembra di assistere a uno psicodramma in cui ciascuno dei protagonisti palesa paure, sensi di colpa, oscuri complessi. Una scelta originale e stuzzicante per uno spettacolo di qualità.

 
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