La Gerusalemme liberata

Testo: Torquato Tasso (1544 - 1595); testo teatrale e regia: Tonino Conte; percorso scenografico: Emanuele Luzzati; impianto scenico: Emanuele Conte; costumi: Bruno Cereseto; luci e fonica: Andrea Torazza; interpreti: Nicola Alcozer, Paola Bigatto, Enrico Campanati, Bruno Cereseto, Pietro Fabbri, Lisa Galantini, Susanna Gozzetti, Aldo Ottobrino, Vanni Valenza.

Tonino Conte prosegue, con il gruppo del Teatro della Tosse, un progetto quasi unico e certamente interessante: legare teatro, riflessione sull'arte e rivisitazione di luoghi storici cittadini partendo da grandi libri, pilastri della letteratura italiana. Dopo "La leggenda aurea", che mise al centro del lavoro dello scorso anno il volume devozionale di Jacopo da Varazze, è la volta della "Gerusalemme liberata" di Torquato Tasso. Nelle prossime stagioni sono attesi "La Divina commedia" e "I promessi sposi". Non si tratta di semplici illustrazioni sceniche, con contorno di conferenze e visite guidate quanto del tentativo di unificare, in un progetto interdisciplinare, una precisa lettura dei testi di partenza. Nel caso dell'opera tassiana il filo lo offrono pazzia e fantasia, viste come facce di una stessa medaglia. Già dall'apertura dell'iter più specificamente recitativo, prima c'è la visita con introduzione ad una piccola mostra allestita nelle sale del Museo di Sant'Agostino, ad accogliere gli spettatori è lo scrittore, che si lamenta dei numerosi acciacchi fisici che lo opprimono e della condizione di detenuto cui è sottoposto nell'ospedale dei pazzi di Sant'Anna di Ferrara, ove rimase per ben sette anni. Sollevando una parte delle sbarre il poeta esce e guida il pubblico nelle varie stanze che compongono lo spettacolo. Il luogo è la chiesa di Sant'Agostino, edificio sconsacrato annesso al Museo, che la scenografia immaginata da Lele Luzzati e i costumi di Bruno Cereseto trasformano in luogo magico in cui si scontrano paladini, agiscono maghe, s'intrecciano amori, si convertono infedeli. Un grande affresco magico in cui rivivono Tancredi, Rolando, Clorinda, Erminia, Goffredo di Buglione, Aladino. Lo sfondo è la prima crociata, del 1099, trasformata in pretesto per una grande storia fantastica che il poeta impiegò una quindicina d'anni, dal 1559 al 1575, a scrivere. Tonino Conte realizza una proposta di grande livello e quasi privo di ridondanze. Il sottile filo dell'ironia si sposa alla meraviglia del fantastico e l'innesto del tema della follia avviene senza forzature. Funzionali e precisi gli attori, in cui spiccano Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Lisa Galantini e Susanna Gozzetti. Ci sono anche due ritorni: Vanni Valenza, apparso un po' impacciato, e Paola Bigatto che, invece, dà mostra di una notevole maturità.

 

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