La cena dei cretini

Testo di Francis Veber (1937); traduzione: Filippo Ottoni; regia: Andrea Brambilla; scena: Paolo Polli; costumi: Pamela Aicardi; musiche originali Ricky Gianco; con: Andrea Brambilla (Zuzzurro), Nino Formicola (Gaspare), Alessandra Schiavoni, Giorgio Ganzerli, Gilda Postiglione, Andrea di Casa.

Uno scrittore in vena d'aforismi era solito sostenere che i cretini sono una sorta d'istituzione pubblica: basta incontrarne uno per sentirsi risollevati. "La cena dei cretini" di Francis Veber, per la regia di Andrea Brambilla, ha un medesimo effetto nei confronti del frequentatore abituale delle sale teatrali. Una seconda, piacevole versione dopo di quella, del 1994, diretta da Filippo Crivelli e interpretata da Enrico Beruschi e Giuseppe Pambieri. Francis Veber è anche un apprezzato sceneggiatore e regista di cinema, a lui si debbono alcuni film comici di grande successo come "Il vizietto" (1978) e "Due fuggitivi e mezzo" (1986). Inoltre, nel 1998, ha una versione cinematografica di questo testo interpretata da Thierry Lhermitte e Jacques Villeret. E' un meccanismo ben oleato e scorrevole di cui, ora, Filippo Ottoni propone un'ottima versione italiana. Vi si racconta di un ricco editore che, con un gruppo d'amici, è solito invitare a cena qualche sempliciotto per ridere alle sue spalle. Un concatenarsi di fatti vuole che la vittima di turno si riveli una sorta d'inarrestabile ciclone, capace di sconvolgere la vita del maligno anfitrione. E' lo stesso meccanismo giù usato in film come "Alto e biondo e .. con una scarpa nera" (1972) di Yves Robert e "La capra" (1981) dello stesso Veber. Uguale è il godimento del pubblico, un piacere cui contribuisce non poco la recitazione misuratamente stralunata dello stesso Brambilla (Zuzzurro) e quella efficacemente diabolica di Nino Formicola (Gaspare), un burlatore travolto dalle sue stesse trame.

 

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