La storia immortale

Testo liberamente ispirato a un racconto di Karen Blixen (1885 - 1962); adattamento e regia: Gabriele Lavia; scene e costumi: Paolo Tommasi; musiche originali: Andrea Nicolini; luci: Pietro Sperduti; fonica: Riccardo Benassi; interpreti: Gabriele Lavia, Carlo Cecchi, Raffaella Azim, Giorgio Lupano.

  URL: http://www.iteatri.re.it/database/iteatri/iteatri.nsf/pagine/4CB6D2898398CE7480256C2F004E2DCF?OpenDocument&app

La storia immortale, che Gabriele Lavia propone e interpreta, con Carlo Cecchi, Raffaella Azim e Giorgio Lupano, nasce da un racconto della scrittrice danese Karen Blixen. La vicenda è piuttosto semplice. Un anziano miliardario, che nella sua vita ha conosciuto solo affari e denaro, decide di realizzare una leggenda marinara di cui ha appena sentito parlare: la storia del vecchio impotente che paga un ragazzo affinché faccia l’amore con la sua giovane moglie. Un ebreo, servitore apparentemente sottomesso, fungerà da mezzano. La storia diventa realtà, ma i due giovani s’innamorano veramente anche se sono costretti a lasciarsi. Ora che è riuscito a dominare anche il mito o il potente può anche chiudere gli occhi in pace. Lo scontro è fra denaro e fantasia, fra dominio del mondo e imprevedibilità degli eventi, fra raziocinio e immaginazione. Gabriele Lavia e i suoi affrontano il tema con grande professionismo entro una scenografia intelligentemente sovrabbondante, in cui enormi specchi simboleggiano il rispecchiarsi dei sentimenti e l’apparenza del reale. E' uno spettacolo corposo, ma non troppo originale, né esente da momenti d’ovvietà venati di noia.

 
Valutazione: 1 2 3 4 5