Romeo e Giulietta

Testo: William Shakespeare (1564 - 1616); traduzione: Masolino D'Amico; regia: Maurizio Scaparro; musiche: Nicola Piovani; scena Emanuele Luzzati; scenografo assistente: Roberto Rebaudengo; costumi: Guido Fiorato; coreografie: Mariano Brancassio; luci; Mario Careletti; maestro d'arme: Sal Borghese; interpreti: Max Malatesta, Giovanna Di Rauso, Giacinto Palmarini, Donatella Ceccarello, Ferdinando Pannullo, Enzo Turrin, Alessando Averone, Marco Biaggioli, Francesco Bottai, Emanuele Fortunati, Lorenzo Iacona, Alessando panatteri, Maura Plenzio, Dario Costa, Andrea Trapani.  

La letteratura e il teatro sono pieni di storie d'innamorati divisi da forze estranee al loro sentimento e questo anche prima che William Shakespeare mettesse in scena, nel 1597, la tragica relazione di Romeo e Giulietta rifacendosi a testi italiani della fine del '400 e della metà del '500. Tuttavia, è la tragedia shakespeariani a dare forza di mito eterno alla storia e a farne una sorta di prototipo utile alla creazione artistica come al linguaggio comune. E' un testo complesso che consente interpretazioni diverse, tanto che, recentemente, ce n'e stata una in chiave di cinema video clipparo firmata dal regista australiano Baz Luhrmann, interpretata da Leonardo Di Caprio (Romeo and Juliet, 1996). Maurizio Scaparro ha scelto la lettura giovanilista. Da qui interpreti dalla verde età, corsette continue, capriole, contorcimenti ginnici, duelli. Sulla carta l'idea poteva anche apparire ricca di possibilità, ma l'esecuzione lascia molto a desiderare. Gli attori secondari sfiorano il ridicolo, la scenografia - spiace dirlo, di Lele Luzzati - non brilla per originalità, gli stessi protagonisti abbondano in mossette e saltelli, ma latitano in recitazione. Veramente poco di nuovo sotto il sole del teatro.

 
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