Shopping & fuking

Testo: Mark Ravenhill; traduzione: Michele Pannella, Barbara Nativi; scene, luci e costumi: Dimitri Milopulos; interpreti: Angela Antonini, Silvano Panichi, Michele Panella, Gabriele Venturi, Beniamino Vitale.

Una delle strade su cui si stanno movendo la letteratura, il cinema e il teatro inglesi è quella della violenza e il disgusto, viste come banalità quotidiane. Un mondo in cui il sesso è pura ginnastica, i valori tradizionali antiquariato, il consumo e lo spaccio di droghe pratiche correnti, i più ripugnanti liquidi o umori corporali normali accessori scenici. E' la strada su cui si sono incamminati scrittori come Irvine Welsh ("Trainspotting", "The Acid House") e cineasti come Danny Boyle (ancora "Trainspotting", poi "A Life Less Ordinary"). Il lavoro del drammaturgo Mark Ravenhill rientra in questo tipo di creazione, il suo "Shopping & Fucking" (Comperando e scopando) è animato da cinque attori: due giovani bisessuali, un marchettaro masochista, un'attrice disoccupata e un manager televisivo che traffica in ectasy e funziona come perverso sacerdote dell'unico, vero dio, il denaro. I ragazzi fanno l'amore in vari modi, si spogliano, vomitano e si dedicano a pratiche orali non proprio igieniche. Il tutto all'insegna di una società priva di qualsiasi punto di riferimento o valore. L'operazione è condotta con abilità e la regia di Barbara Nativi tiene alta la tensione per le due ore in cui si sviluppa lo spettacolo, ma ciò che manca è una vera invenzione scenica. Passati i primi dieci minuti tutto è già stato detto, il tempo che resta è pura ripetizione. Una proposta assai meno provocatoria e culturalmente scandalosa di quanto un'abile campagna promozionale lascia intendere.

 
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