Woyzeck

Testo: Georg Büchner (1813 - 1837); adattamento, scene e regia Giorgio Barberio Corsetti; costumi: Cristian Taraborelli; ideazione e realizzazione video: Fabio Iaquarone; musiche: Gianfranco Tedeschi, Stefano Zorzanello; luci e oggetti luminosi: Pier Giorgio Foti; macchine di scena: Luigi Grenna, Daniele Iraci, Mariano Lucci; interpreti: Nicola Alcozer, Ruggero Cara; Giovanni Franzoni; Lucia Mascino; Filippo Timi.

Un soldato, credulone e semplice, è tiranneggiato da un capitano moralista, che gli rimprovera di aver fatto un figlio con una donna di facili costumi, e usato da un medico militare che sperimenta su di lui una folle teoria basata sugli effetti del cibarsi per lungo tempo solo di piselli. Un giorno scopre che la sua donna lo tradisce con un altro militare e la uccide. Georg Büchner - scienziato, rivoluzionario e scrittore - è morto a ventitré anni, nel 1837 lasciando incompiuto "Woyzeck". Un testo da cui cineasti Werner Herzog e János Szász, musicisti come Alban Berg e teatranti come Antonin Artaud hanno tratto opere diverse e di grande suggestione. E' ora la volta di Giorgio Barberio Corsetti che propone questo canovaccio in una versione quasi naturalista. Un palcoscenico arredato con grandi strutture metalliche che, spostate e rovesciate, simulano i vari ambienti, percosse forniscono una sorta di sottofondo tragico e cupo. In questo quadro il povero soldato e i suoi carnefici si muovono con gesti sanguigni e sensuali, parzialmente contraddetti da costumi - un attore che, a un certo punto, si veste da donna, un altro che compare con un pitale in testa - ironici e grotteschi. Uno spettacolo complesso e non privo di suggestione, anche se di lettura meno immediata di quanto sarebbe lecito attendersi.

 
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